Oggi ho vissuto un’esperienza che non dimenticherò: la giornata di avvicinamento al kayak e rafting sul fiume. Quando mi sono iscritto, non immaginavo quanto sarebbe stata formativa, non solo per le tecniche sportive, ma soprattutto per i valori che mi ha trasmesso.
La sicurezza prima di tutto
La giornata è iniziata con un briefing dettagliato sulla sicurezza. All’inizio pensavo fosse la solita “noia” introduttiva, ma gli istruttori del Canoa Club Saluggia sono stati chiarissimi: “In acqua, la conoscenza è la vostra prima difesa”.
Ci hanno mostrato ogni componente dell’attrezzatura: dal giubbotto salvagente (che deve essere sempre della misura corretta e ben allacciato), al cascchetto, fino ai diversi tipi di pagaie. Mi ha colpito quando l’istruttore Marco ha detto: “Questa attrezzatura non è un optional, è ciò che potrebbe salvarvi la vita. Trattatela con rispetto”.
Ho capito che in uno sport come questo, dove l’ambiente naturale può essere imprevedibile, conoscere a fondo la propria attrezzatura non è solo importante – è essenziale.
Imparare a fare squadra
La parte più sorprendente è stata sicuramente l’esperienza di rafting nel pomeriggio. Sei persone su un gommone che devono coordinarsi perfettamente per navigare tra le correnti del fiume. All’inizio eravamo un disastro! Ognuno pagaiava per conto suo, e il gommone sembrava impazzito.
“Ragazzi, o remate insieme o non andiamo da nessuna parte!” ha esclamato la guida. È stato in quel momento che ho capito: non importa quanto io sia bravo individualmente, se non lavoriamo come una squadra, non raggiungeremo mai la meta.
Dopo qualche tentativo, abbiamo iniziato a sincronizzare i nostri movimenti. “Avanti tutti!”, “Sinistra indietro!”, “Stop!” – i comandi della guida diventavano un’unica voce che ci guidava, e noi rispondevamo come un solo corpo. La sensazione di muoversi all’unisono, superando insieme le piccole rapide, è stata incredibile.
Aiutarsi a vicenda
Durante la sessione di kayak della mattina, ho avuto un momento di difficoltà. Non riuscivo a mantenere l’equilibrio e continuavo a ribaltarmi. La frustrazione stava prendendo il sopravvento, e stavo per rinunciare. È stato allora che Giulia, una ragazza del gruppo che sembrava particolarmente a suo agio in acqua, si è avvicinata con il suo kayak.
“Prova a tenere le spalle più rilassate e a mettere il peso in avanti”, mi ha suggerito. Quel semplice consiglio ha fatto la differenza. Non solo sono riuscito a mantenere l’equilibrio, ma ho anche iniziato a divertirmi davvero.
Più tardi, durante una pausa, ho potuto ricambiare il favore aiutando Marco, che aveva difficoltà a capire la tecnica di pagaiata corretta. Mi sono reso conto che in acqua siamo tutti responsabili gli uni degli altri, e che un gruppo è forte quanto il suo elemento più debole.
Riflessioni finali
Tornando a casa, completamente esausto ma felice, ho ripensato alla giornata. Ho realizzato che il kayak e il rafting non sono solo sport acquatici, ma vere e proprie metafore della vita:
- Conoscere i propri strumenti e le regole di sicurezza è fondamentale prima di affrontare qualsiasi sfida.
- Il lavoro di squadra può trasformare un gruppo di individui in una forza capace di superare ostacoli apparentemente insormontabili.
- Aiutare gli altri e lasciarsi aiutare non è segno di debolezza, ma di umanità.
Grazie al progetto “Digitali, Sportivi, Innovativi” per questa opportunità. Non vedo l’ora di tornare sul fiume, questa volta con una consapevolezza completamente nuova di me stesso e del valore della collaborazione.
di Alessandro, 22 anni